Sono, perlomeno mi considero, liberale, garantista, a favore dello stato di diritto, per la divisione dei poteri, per la democrazia rappresentativa, ed anche diretta nei limiti in cui ciò possa essere possibile, ad esempio con i referendum, ed in definitiva d’accordo per qualsiasi forma che possa stimolare la crescita, la consapevolezza ed il senso di responsabilità di ciascun cittadino che possa, sempre di più, partecipare alla vita sociale, democratica ed istituzionale del proprio paese.
Ma allora, illiberale perché?Illiberale perché contro i luoghi comuni, gli stereotipi, il politically correct, l’imperante buonismo, i radical chic, illiberale perché contro tutto ciò che non è spontaneo, sincero, perché contro coloro che sono troppo buoni a buon mercato, inflazionati di buoni propositi salvo poi lasciare che siano altri a metterli in pratica, contro coloro che si dimostrano disponibili verso tutto e verso tutti, tanto sono solo parole (diceva una canzone), contro coloro che parlano di accoglienza e di ospitalità ben sapendo che tanto a casa loro nessuno arriverà. Illiberale perché la maggior parte del denaro che raccolgono le onlus servono soprattutto a mantenere la struttura, l’organizzazione, chi ci lavora, e non a soddisfare i fini istituzionali per i quali le stesse associazioni sarebbero nate, e potrei continuare per chissà quanto altro tempo, ma mi riservo di dedicare a tali temi singoli interventi che mi ripropongo di pubblicare.
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